Finanza

giovedì 14 giugno 2012

L'INCERTEZZA: UN VALORE PER L'EVOLUZIONE



L'incertezza è un valore fondamentale dell'uomo. La sua capacità di evolversi e di migliorarsi dipende in buona parte dall'essere sempre stimolato e dall'essere proiettato in avanti verso obiettivi da raggiungere e sui quali adoperarsi per realizzarli. Per troppo tempo si è penalizzata l'incertezza. Per troppo tempo si è divulgata l'idea che la certezza  rendesse l'uomo migliore. Non credo che lo sia. Tale sentimento si traduce nella richiesta di diritti inesistenti e irreali, ma che si pensa siano dovuti. I risultati di questa cultura li stiamo vedendo oggi: l'incapacità di adattarsi e di restare al passo con il cambiamento epocale e irreversibile che stiamo vivendo. Il limite di non riuscire ad immedesimarsi nell'elemento principale da modificare: noi stessi e il nostro modo di pensare. La gente vorrebbe che cambiasse il contorno esterno pro domo suo, per consentirgli di mantenere inalterato il proprio quotidiano. In modo da non esserne troppo disturbato. In modo da evitare un cambiamento necessario. Di mentalità prima di tutto.
Quindi ci si lamenta. Tutti vorrebbero che qualcun altro facesse qualcosa per tornare ai fasti precedenti. In pochi pensano che i primi a dover fare qualcosa siamo noi. 
Questo è l'effetto di oggi, la certezza (effimera) inculcata come valore assoluto e come diritto acquisito ed irrinunciabile. Questo è un grande limite italiano, un limite che ci porta ad affrontare i problemi quando sono quasi irrecuperabili. Nell'incertezza, invece, si è più attenti, più adattabili e più lungimiranti. Si è più portati a prevenire, a considerare gli effetti negativi possibili di ogni azione. Ma soprattutto, ti insegna che non esistono privilegi per diritto; qualsiasi cosa è, e deve essere, una conquista che richiede sacrifici. Se poi qualcuno ti aiuta, tanto meglio. Ma prima cambiamo noi stessi. Impariamo a metterci in gioco, a rischiare. Per ottenere dei risultati si deve sempre accettare qualche rischio. Senza rischi vi è la pura illusione; e prima o poi lo si dovrà pagare. L'Italia raccoglie il risultato di una società improntata sull'avere quasi tutto senza che in qualche modo si dovesse sacrificare qualcosa. Abbiamo sempre avuto qualcuno pronto a giurare che nessun sacrificio dovesse essere chiesto alla gente e alla categoria. L'enorme debito pubblico è la conseguenza dei mancati sacrifici. La politica l'ha messo in atto, ma gli italiani ci hanno voluto credere. E ci credono ancora, questo è il dramma. Diamoci una mossa invece di lamentarci. 

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