Finanza

giovedì 14 febbraio 2013

Mediaset + 60%: i rumor dicono che Berlusconi stia preparando il colpo di scena che lo farà vincere

Mediaset arriva a guadagnare in modo ingiustificato l'87% in 2 mesi dal 16 novembre (minimo a 1,156 ) al 18 gennaio (massimo a 2,16) poi storna, ma ancora oggi il guadagno è del 55% con una quotazione intorno a 1,85-90. A cosa è dovuto questo guadagno che possiamo vedere nel grafico ?
I dati di Mediaset sono in sofferenza in modo evidente:
rapporto P/E degli ultimi 12 mesi è pari a 164
Rapporto indebitamento/mezzi propri pari all'80%
Net profit Margin nel 3° trimestre 2012    -12,81%
Operating Margin   - 14,97%
Return on Average Assets     - 4,51%
Return On Average Equity   - 14,68%
E le casse non sono certo in una situazione agiata.


E' chiaro, allora, che qualcuno sa qualcosa che non è ancora di dominio pubblico.

Ed ecco la bomba che Berlusconi potrebbe far esplodere l'ultima settimana prima delle elezioni con un annuncio dirompente.

I rumor dicono che Berlusconi avrebbe in mano la vittoria  a palazzo chigi (da qui la sua spavalda sicurezza sulla sua vittoria) attraverso un 'operazione che sarebbe già in stato avanzato.
Sembra che sia stato dato mandato ad una società di M&A statunitense collegata, sembrerebbe, a Rothschild. L'operazione consisterebbe nel vendere quote di minoranza (o addirittura l'intera proprietà) a soci finanziari che andrebbero a rimpinguare le casse vuote.
L'idea sarebbe quella di far entrare un socio nell'azienda con una quota di minoranza in modo da apportare denaro fresco in Mediaset. In futuro si potrebbe arrivare alla cessione totale delle quote e della proprietà della famiglia.
La salita del titolo in borsa dimostra come possa essere credibile questa voce. Probabilmente perchè sembra che le indiscrezioni provengano da personaggi attendibili.
Il mercato, evidentemente, crede anche ad un'altra idea di Berlusconi che costituirebbe la fine di un'epoca. Gli consentirebbe, inoltre, di sbaragliare la concorrenza elettorale spiazzando completamente i candidati premier. Un colpo ad effetto che nessuno ha minimamente considerato.
La costruzione di un Blind Trust: operazione attraverso la quale conferirebbe la sua cassaforte ad un consiglio direttivo, non collegabile alla sua persona, che agirebbe nella gestione in piena autonomia. L'annuncio di porre fine al conflitto di interesse, pietra miliare dei suoi oppositori, rinunciando al comando delle sue attività, televisioni comprese, consentirebbe di apportare a lui e al suo partito un contributo in termini di voti che potrebbe affondare l'opposizione di Bersani e di Monti e le loro aspirazioni di vittoria. E forse dello stesso Grillo.

In pratica Berlusconi starebbe preparando l'atto finale di un grande show iniziato nel 1994. Il classico finale a sorpresa.

Naturalmente non tutti credono a questa possibilità, e molti contestano il fatto che uscire da un gruppo industriale così importante non sia semplice e tanto meno immediato. Il mercato, però, sembra credere fermamente a questa eventualità visto la performance del titolo Mediaset in borsa. E, spesso, i mercati le notizie le hanno in anticipo. Il fatto, poi, che il titolo continui a rimanere a quotazioni così elevate dopo 2 mesi significa che le probabilità sono molte.

E poi, anche se i tempi e le problematiche tecniche allungheranno la definizione di queste operazioni a livello mediatico basta l'annuncio. L'importante è che sia dirompente.

Ormai manca poco per vedere se veramente riuscirà ancora una volta a stupire con i suoi effetti speciali. Solo 10 giorni circa.

Nicola Mastropietro  












Monti fa sempre favori alle banche. E paghiamo noi.

Ancora una volta il nostro governo, Monti in primis, ha dimostrato di voler usare due pesi e due misure. Ovviamente a suo favore.

Ieri, l'Europa avrebbe voluto parificare la Tobin Tax per tutti i titoli emessi sul mercato indipendentemente dal fatto che siano titoli di stato banche oppure obbligazioni corporate (aziendali). Ma il nostro grande presidente si è opposto con un secco diniego a questa opzione democratica e giusta.

Forse non tutti sanno che per quanto riguarda la tassazione (tobin tax) i titoli di stato e le obbligazioni emesse da banche sono escluse dal pagamento secondo la legge fatta dal genio.

Sui titoli di stato ha giustificato, ieri, il suo diniego con il timore che vi possa essere una fuga di capitali dai nostri BTP ( ma come ? Monti non diceva che eravamo credibili e che il nostro debito veniva comprato perchè l'Italia non aveva problemi ? ). Un notevole vantaggio competitivo anti-liberale affinchè il nostro debito pubblico possa essere conveniente sul mercato. Quasi un low cost; bassa qualità, ma costa meno. Per legge.
Altro grande favore alle banche. Chissà perchè nonostante siano aziende "private" Monti Le consideri privilegiate rispetto a qualsiasi altra azienda privata. E così, anche per le loro obbligazioni poco sicure un vantaggio fiscali. Befera lo sa ?  E sta zitto, parla solo di redditometro. Questo è un grave danno per le casse dello stato. Le obbligazioni bancarie in  circolazione in Italia corrispondono ad oltre il 10% del totale.

Monti, è evidente, non ha conflitti di interesse e non difende le banche. E' vero non le difende ne è completamente succube. Il loro burattino.

mercoledì 13 febbraio 2013

BANCA POP. SPOLETO IN AMMINISTRAZIONE CONTROLLATA

Il ministero dell'Economia e delle Finanze ha disposto l’amministrazione straordinaria per la Banca Popolare di Spoleto su proposta della Banca d'Italia. Il ministro dell’Economia e delle Finanze,  ha disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo. E' stato deciso con decreto l’8 febbraio. Il provvedimento si è reso necessario a seguito delle negative risultanze degli accertamenti ispettivi.

Purtroppo, la situazione delle nostre banche non è così fantastica come viene continuamente sostenuto da politici, rappresentanti bancari e opinionisti.

Il problema di liquidità nasce dal fatto che MPS deteneva il 25% di Popolare Spoleto e con decisione unilaterale ha disdetto il patto di sindacato facendo così scattare l'opzione put per la banca senese e l'obbligo di comprare le quote ad un prezzo pattuito da parte della Banca Pop. di Spoleto. Ma la Banca Popolare di Spoleto non ha i soldi per ricomprare il 25%.

Oltre a quanto già mestamente archiviato ad insaputa della gente (credito coop. fiorentino, cassa di risparmio di rimini, banco emiliano romagnolo, Mantova banca, credit euronord, banca network), abbiamo ancora tante aziende bancarie sull'orlo del tracollo, ma non ne vuole parlare nessuno, salvo, poi, ritrovarsi improvvisamente con poche righe che spiegano che un'istituto è fallito, deve essere salvato, commissariato o altro ancora.

Ricordiamo che Banca MPS non è un caso isolato, ma solo il più eclatante per le dimensioni e l'importanza a livello nazionale. Mentre si arrampicano sui vetri per spiegarci quanto è solida la MPS, intanto, lo stato deve offrire 4 miliardi per non farla saltare e contemporaneamente i rumor dicono che si tratti con BNP paribas perchè possano acquisirla togliendo la patata bollente al nostro sistema bancario e politico. Il motivo è semplice: MPS non è in grado di sopravvivere da sola. 

Meglio prevenire che curare come si dice. La quantità di richieste di portare soldi all'estero in forma assolutamente regolare è figlia di difficoltà reali da parte del sistema italiano. E' continueremo ad incentivare la fuga di risorse verso l'estero.


Manager On Request
Nicola Mastropietro


  

La magistratura partecipa alle elezioni



E' incredibile come la magistratura riesca ad avere un tempismo incredibile per affondare il colpo attraverso le proprie indagini e per pubblicizzarle con un effetto mediatico casualmente puntuale in vista di appuntamenti importanti. Spiace dirlo, ma appare tutto programmato nei minimi termini.
A circa 20 giorni dalle elezioni arriva l'affondo sul PD della magistratura con le pesanti accuse alla banca MPS e alla sua gestione condotta dalla fondazione chiaramente occupata dalla sinistra pidiessina.

Le conseguenze le conosciamo; caos mediatico, bufera sul PD e perdita di punti percentuali nei sondaggi pre-elettorali.Ovviamente, non si deve pensare di difendere le malefatte degli ex comunisti, ma come abbiamo scritto in questo stesso blog "banca MPS e l'informazione italiana"  la situazione era ben nota fin da marzo del 2012. La domanda che si pone è evidente: perchè la magistratura comunica quanto si sapeva e si sarebbe dovuto comunicare tempo fa solo 20 giorni prima che si svolgano le elezioni.

La risposta però non si fa attendere. Ecco, come un fulmine a ciel sereno, scoppia il caso finmeccanica. Ancora una volta, la magistratura protagonista. Anche in questo caso il tempismo è fantastico. Siamo a 10 giorni dalle elezioni. Ma, casualmente, si va a colpire la controparte del PD. I politici in ambasce sono quelli della lega alleati a Berlusconi. Anche in questa tempesta le accuse sono gravi e sembrano piovute dal cielo. La corruzione e le accuse (ricordiamo a fine 2011 le dimissioni di guargaglini dopo 10 anni di presidenza finmeccaniza) erano ben note e le indagine in stato avanzato. Eppure, solo poco prima delle elezioni scoppia, in modo eclatante, il caso.

Purtroppo, come dimostrano taluni magistrati che si fanno pubblicità per poi candidarsi o creare un proprio partito, non sono esenti dall'appartenere agli schieramenti politici e non si astengono dall'attivarsi per intraprendere azioni che possano favorire o sfavorire una determinata forza politica. Tanto sanno che gli italiani ci sono sempre cascati e così continueranno. L'italiano medio, non guarda i fatti, ma tende a rispettare le istituzioni in quanto tali con le fette di salame sugli occhi.
Rimane il fatto grave che le nostre migliori aziende son invase di corruzione come si evidenzia chiaramente dalle indagine presso eni, saipem e prima ancora alitalia, telecom, fonsai. Oltre a Mps e Finmeccanica.
Perchè uno straniero dovrebbe investire in Italia ? E perchè un italiano non dovrebbe andare all'estero ?

Manager On Request
Nicola Matropietro



lunedì 11 febbraio 2013

L’ITALIA E’ UNA DITTATURA. PER QUESTO NON PUO’ CRESCERE

LO STATO E’ LO STRUMENTO ATTRAVERSO IL QUALE LA GENTE PENSA DI POTER VIVERE ALLE SPALLE DEGLI ALTRI

Questo aforisma di Frederic Bastiat, filosofo dell’800, in Italia poco conosciuto , non si studiano i filosofi scomodi,  si dovrebbe incorniciare per incisività, acume ed ampiezza del significato.

Quando uno stato non si limita a stabilire regole e a farle rispettare, ma diventa un attore economico che, in forma diretta, gestisce le aziende e l’indotto ad esse collegato si genera parassitismo, corruzione,  mediocrità, spesa fuori controllo e aumento della tassazione. In pratica, una forte limitazione della libertà ed un esercizio del potere dello stato che riduce in schiavitù le persone. Il risultato finale, accelerato in un mondo dinamico e concorrenziale, è uno sviluppo decrescente, una competitività ridotta, una bassa produttività ed una scarsa resilienza: una cronica incapacità ad affrontare i cambiamenti. Il declino ineluttabile.

Questo è quanto è accaduto e sta accadendo in Italia. Uno stato fondato sulla corruzione ed una politica che premia imprenditori mediocri perchè garantiscano loro il voto, e imprenditori che votano politici incapaci perchè gli concederanno favori. Un sistema che si auto alimenta e che impedisce a chi ha capacità e talento di competere regolarmente, su base meritocratica. E’ la suddivisione che in tempi non sospetti fece l’economista Luigi Zingales tra capitalismo di business e capitalismo di mercato. In Italia, abbiamo il capitalismo negativo di business, fondato sull’interesse personale, sull’aggiramento della libera competizione e sulla limitazione della libertà. Il capitalismo di mercato, invece, presuppone che a chiunque sia data una possibilità, indipendentemente dal colore politico, e che il risultato sia rapportato all’effettiva capacità dimostrata. Il capitalismo di mercato è sinonimo di entusiasmo, ottimismo, maggior innovazione e produttività ed un benessere per la maggioranza del popolo. E soprattutto di libertà e meritocrazia.

Il sistema Italia, ormai in metastasi, impedisce di fatto l’esercizio della libertà e priva ogni singolo individuo della possibilità di esprimere il proprio talento.
La libertà, è dimostrato, è la linfa vitale dello sviluppo e della crescita.
Nel rinascimento abbiamo avuto la massima espressione dell’arte, della scultura, della pittura, della scrittura e anche della finanza. Un’ubriacatura di genialita, di innovazione, di bellezza, di saggezza. Tutto questo è stato possibile grazie alla ad una concezione dell’uomo libero. Perchè solo una società libera è in grado di creare ricchezza e benessere.
Giannino usa le catene come metafora della nostra schiavitù e come rappresentazione dellla realtà del nostro quotidiano. Direi che ne ha ben donde.
La libertà dovrebbe essere un diritto di ogni cittadino e non un concetto di presunta illegalità come avviene in Italia.
La lbertà è prodromica alla differenziazione individuale creativa e positiva anzichè alla squallida omologazione tipica di un sistema totalitario o illiberale.

Ma entriamo nel merito.

Nell’ultima classifica internazionale siamo al 61° posto per la libertà di stampa. L’informazione è carente e di parte.
Il Financial Times, nel marzo 2012 , scriveva che Banca MPS era praticamente fallita e lo stato italiano avrebbe dovuto intervenire. Lo stesso giornale riportava come fonte l’EBA (European Banking Authority). I nostri giornali, nello stesso tempo, esaltavano gli utili aziendali conseguiti dal gruppo senese. Questa è  sicuramente  disinformazione , c’è da chiedersi quanto sia voluta o imposta .
Siamo un paese nel quale la presunzione di reato è diventato il fondamento delle nostre istituzioni.
L’onere della prova è stato invertito. Si rischia di essere arrestati senza prove. Infatti, il 50% dei carcerati viene poi assolto.
Nella maggior parte dei paesi d’Europa pagando il 25% di tasse reali si è dei cittadini-imprese modello, in Italia pagando il 40% si appartiene alla categoria dei delinquenti da perseguire. Già, perchè da noi si arriva anche a pagare il 68%. Se non è dittatura e tirannia il 68% di tasse........
Non siamo liberi di usare i nostri soldi. Addirittura c’è chi vorrebbe eliminare totalmente il contante quando nel nord europa, in Germania, in Inghilterra, in Svizzera non esistono limiti.  
Siamo continuamente intercettati nella comunicazione, ogni strumento tecnologico regalandoci una innegabile facilitazione ci pone purtroppo nella condizione del topo nel labirinto , con  il tutor per esempio controllano quante volte percorriamo una certa autostrada.  
Sfido chiunque a trovare spazi di libertà in Italia. Dobbiamo essere autorizzati a fare qualsiasi cosa. Esiste un permesso, una registrazione per tutto.
Il redditometro ci dice quanto e come dovremmo  spendere. E’ stabilito per legge, su base statistica.  Gli studi di settore ci dicono quante fatture dobbiamo emettere anche in tempo di crisi, affermi di averne emesse di meno ? Menti ! e se menti , truffi .  E l’onore della prova per difendersi da accuse infondate è sempre a carico del cittadino-imprenditore.  Lo stato sembra comportarsi ormai come dittatura : controlla tutto e tutti, si inserisce nella gestione diretta dell’economia, la manipola a suo uso e consumo. Una sanguisuga mortale che sta dissanguando il paese. Ci sono comuni ed enti che detengono partecipazioni in centinaia di società, ma di conflitto di interessi non si parla.   

In Italia ci sono circa 150.000 leggi negli altri paesi europei non si supera il numero di 10.000. 150.000 leggi eppure tutto è da interpretare , nulla è certo , sembrano  fatte appositamente perchè non esistano regole chiare e precise. Di fatto  questa montagna di leggi favorisce la corruzione, dall’appalto truccato all l’estromissione dagli affari delle persone-imprenditori onesti e dei talenti che consentirebbero di smascherare i raccomandati incapaci e i corrotti.
150.000 leggi creano solo confusione che si esplicita tramite una burocrazia indecente e macchinosa , che limita e ingarbuglia più che chiarire e indirizzare minando  alla base l’entusiasmo ,  la fiducia e la necessità di sostegno  che chiunque intraprenda ha come necessità primarie . I cavilli sono innumerevoli e portano all’ingiustizia che gli italiani ben conoscono.

Quando si va all’estero  e si ha confidenza con gli interlocutori,  l’Italia viene definita uno Stato di Polizia. E ribadiscono che il comportamento delle autorità italiane (in senso anti-liberale) non ha eguali nelle altre nazioni.

Gli italiani hanno le loro colpe
Tutto questo, purtroppo, non è colpa solo della politica, ma è colpa degli italiani. E’ colpa di un popolo abituato a subire.
L’italiano è rimasto quello che osannava la dittatura fascista, quello che avrebbe voluto annettere l’Italia alla dittatura comunista dello stato sovietico, quello che negli anni settanta ragionava ancora con quella mentalità che portava a slogan del tipo: non importa se mi viene espropriata la casa , l’importante è che la portino via ai ricchi e ai padroni. L’italiano medio studia poco e si informa ancora meno. Si accontenta di quanto gli viene propinato dal potere politico- finanziario e giornalistico..  

Questa è ancora l’Italia, quella che oggi si dichiara schifata dallo stato, ma che lo richiede per qualsiasi cosa: mi deve dare il lavoro, mi deve aiutare, deve intervenire, deve garantire. Quasi come se lo stato si dovesse occupare di tutto e come se dovesse dispensare soldi a tutti senza limiti.
Il cambiamento di cui ha bisogno l’Italia richiede che lo stato faccia un passo indietro, si faccia da parte, delegando ai singoli la responsabilità di se stessi. Le persone crescono quando diventano responsabili del loro destino e vanno per strada da soli, non quando sono assistiti e accompagnati per mano.

Invece, no. La gente vuole solo certezze che non esistono. Ho lavorato per anni con contratti di collaborazione da me scelti. Secondo la mentalità italiana ero un precario sfruttato. La vita è un precariato continuo. Il problema è che gli italiani si lamentano dei furbi e dei raccomandati perchè vorrebbero essere al loro posto, non è vera indignazione. Troppo spesso, vorrebbero godere di quei privilegi e di quei vantaggi.

E’ giusto ricordare che dai sondaggi emerge che il 35% degli elettori vota il partito. A prescindere da persone, da fatti, da programmi.  Questo è un dato inquietante per l’Italia. Il 35% si rifiuta di ascoltare, capire, confrontarsi, ragionare ed eventualmente cambiare idea. Mettere in discussione se stessi e le proprie idee.  Come se il livello di sviluppo si fosse fermato all’australopithecus africanus senza che avvenisse il passaggio successivo dell’evoluzione alla condizione di Homo sapiens.

Sono gli italiani il vero problema, la politica è la rappresentazione del proprio popolo. Credere che basti cambiare qualche politico per cambiare l’Italia è pia illusione. Molti dei cambiamenti di cui necessita il nostro paese sono ancora ostici  agli italiani. Sono in grado di recepirli e di accettarli per gli altri, ma non per sè. E’ la mentalità che va cambiata. E questo, purtroppo, richiede tempo.

La direzione che oggi ci serve intraprendere può essere riassunta in un concetto espresso da vari filosofi:
Lo stato è un male necessario. E’ un male perchè limita sempre la libertà degli individui; necessario perchè chi è incline al male ha bisogno della giustizia dello stato. Ma essendo un male lo stato deve essere ridotto al minimo. Significa che il suo potere deve essere limitato e   non deve svolgere compiti e funzioni che il privato può e deve svolgere da solo. Non deve gestire e provvedere a nulla che i privati non siano in grado di gestire da soli.

Per l’Italia, in particolare, questa concezione sarebbe una rivoluzione culturale epocale. Ma se non ne saremo capaci (velocemente)  il declino sarà l’unico futuro che avremo.

Nicola Mastropietro