Finanza

giovedì 28 giugno 2012

Cosa dovremmo fare: lavoro










La repubblica italiana è fondata sul lavoro. Come buona parte della nostra costituzione un'articolo da eliminare. Una repubblica è basata sulla libertà, sulla sovranità popolare, sulla democrazia, ma "sul lavoro" non ha concettualmente senso. E' stata  fatta nel 1948 e si vede. Partiamo da un principio: il lavoro non è un diritto, è un diritto avere regole che tutelino lo svolgimento e i comportamenti riguardante il lavoro, ma esistono tanti lavoratori in funzione di quante imprese si hanno. Se un paese ha poche imprese (vedi grecia) non si ha lavoro. Sostenere che è un diritto è un semplice slogan populista. Nella realtà nessuno può essere obbligato ad assumere qualcun altro. Affinchè si crei richiesta di lavoro si deve mettere il sistema nelle condizioni di facilitare la creazione e lo sviluppo di imprese e deve rendere conveniente assumere lavoratori. 
Perchè i dipendenti pubblici possono lavorare meno ore rispetto ai dipendenti privati ? Non è equo ed è un costo insostenibile che pagano tutti gli italiani per il privilegio di una parte. Inoltre dovremmo programmare, negli anni, una riduzione di quasi 1.000.000 di dipendenti pubblici. Programmare significa, comunicare i tempi e le modalità, programmare la riqualificazione del personale e l'eventuale redistribuzione del personale con facilitazione per chi lo dovesse assumere. 
Credo che il metodo anglosassone sia il migliore in fatto di flessibilità e di adeguatezza alla situazione economica attuale. E' facile essere licenziati ? Certo, ma è facile anche trovare un lavoro. Da noi è difficile licenziare, ma praticamente impossibile trovare lavoro alle condizioni praticate e con le regole esistenti. Ricordo un lavoratore di Detroit intervistato dalla trasmissione di Santoro che alla domanda della giornalista italiana riguardo al fatto che potessero licenziarlo in ogni momento, quando l'azienda lo avesse deciso, lui rispose semplicemente:  anch'io posso andarmene in ogni momento, quando voglio. Il concetto di reciprocità, un approccio mentale impensabile per la mentalità italiana. La stessa che penalizza le riforme vere e la capacità di attrarre capitali.  Non cambia la situazione la riforma Fornero. I contributi sono un'esagerazione insostenibile da imprese e lavoratori, La differenza tra lordo e netto è una forbice eccessiva che punisce e favorisce il lavoro in nero. Anche i lavoratori sanno, ormai, che i contributi sono inutili ai fini della loro pensione. Non avranno i benefici della generazione precedente. Dovrebbe essere eliminato il sostituto d'imposto. Metodo anacronistico e fuorviante.
L'ultima sentenza sul reintegro dei lavoratori della Fiat terrà ancora più lontano le aziende straniere dall'Italia, probabilmente, in primis, la stessa fiat. Giustizia e cultura sono due facce della stessa medaglia. Una medaglia inadeguata.

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