Finanza

lunedì 18 luglio 2011

Stress test alle banche: la solita farsa

Ancora una volta la verità viene messa da parte per esigenze di sistema. Esigenze che si fondano sulla disinformazione e sull’idea che si debba comunque far apparire una positività anche quando l’evidenza critica è palese. Mentire sempre e comunque.

La farsa consiste nel comunicato serale nel quale si  esaltava la solidità delle banche europee e delle banche nostrane, ribadendo, nel sottinteso, l’esistenza di sola speculazione senza basi economico-finanziario. I famosi “stress test” hanno dimostrato che va tutto bene. Praticamente, è ingiusto quanto sta accadendo perchè l’esame del nostro sistema finanziario è stato brillantemente superato.

La verità, purtroppo, è che in funzione del risultato voluto si utilizzano parametri di comodo e modalità di calcolo soggettive. I risultati rappresentano bene ciò che si vuol dimostrare, meno la realtà della situazione.
Se dobbiamo fare degli esempi, dobbiamo evidenziare, per esempio, che tra gli eventi futuri non è stato considerata la possibilità di default del debito sovrano di qualche stato. I cds (credi default swap) scontano tale possibilità all’87%.

Possiamo, inoltre, dire che mentre i titoli della Grecia scontano una ristrutturazione del debito che dovrebbe comprendere una perdita intorno al 50% del valore dei titoli stessi (al momento i decennali quotano 52 centesimi di euro), gli stress test hanno valutato tale possibilità di perdita non oltre il 25%. Il fatto che la Grecia non riuscirà a far fronte ai propri debiti è già una certezza.

Ma la stessa situazione l’abbiamo per il Portogallo: gli stress test scontano un 22% mentre i mercati scontano quasi un 50%. Inoltre, non viene comunicata la quantità dei titoli (PIIGS) tossici in portafoglio alle singole banche.
Un rapporto dell’autorità bancaria europea sosteneva che se non si fossero fatti gli aumenti di capitale nell’ultimo mese e mezzo almeno 15 banche sarebbero fallite. E’ strano che dopo un mese tutto sia splendido e si possa gioire così facilmente di risultati edulcorati.

E ancora, non sono stati presi in considerazione i titoli tossici utilizzati in grande quantità dalle banche per operazioni di trading. Questi non contano.
Si ipotizzano solo scenari normali, con eventuali perdite sull’azionario normali, con un pil oscillante entro parametri “normali”.
In pratica, non è cambiato nulla dagli ultimi stress test dell’anno scorso nel quale risultavano voti brillanti per banche (vedi banche irlandesi) che pochi mesi dopo sarebbero state salvate da fallimenti certi.

Non esiste niente di veramente stressante nei normali parametri utilizzati. La solita Europa: tutto come se non fosse successo niente. E la farsa continua.

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