Finanza

mercoledì 2 novembre 2011

Criticità per l'anno 2012 - Consigli per le aziende

FATTORE N° 1 - CARENZA DI LIQUIDITA’ E PROBABILE RECESSIONE

Esiste una carenza di liquidità da parte del sistema finanziario dovuto ad una mancanza di equilibrio tra impieghi e raccolta, con una grande difficoltà ad avere raccolta sufficiente a coprire il monte crediti concessi e, ancor di più, a coprire le sofferenze che avranno aumenti importanti nel 2012 dovute alla recessione prevista. Anche se la previsione della recessione nel 2012 è di portata inferiore al 2008, gli effetti dovrebbero essere ben maggiori sull’economia reale e sulla capacità di stati e banche di aiutare le imprese.

FATTORE N° 2 - ESPOSIZIONE E RIDUZIONE CREDITI

Le banche di ogni paese sono esposte in primis sui titoli di stato del proprio paese (oggi a rischio) e su altri paesi che presentano perdite in conto capitale. Tali perdite non sono ancora state contabilizzate nei bilanci ufficiali, ma
si sa che rappresentano un tallone d’achille che potrebbe portare più istituti ad avere difficoltà nel mantenere i propri impegni.
La stessa banca d’Italia ha ufficialmente annunciato che il credito alle imprese subirà delle brusche frenate con tagli anche agli affidamenti in essere (già applicati da vari istituti).

FATTORE N° 3 - COSTO DELLA RACCOLTA E DEI DEBITI

Le aziende italiane sono eccessivamente indebitate rispetto al proprio patrimonio e al proprio fatturato. Soprattutto sono indebitate nel breve termine e questo comporta un elevato rischio per il sistema bancario obbligandolo a
diminuire fortemente la concessione di fidi di cassa.
I problemi del debito dei titoli degli stati europei porta ad aumento del costo di qualsiasi cosa si possa definire “finanziario” all’interno dei paesi UE. Aumento del costo della raccolta (BTP decennale al 6% ) con conseguente aumento degli spread sui crediti alle aziende e ai privati (fino a 6-7%).
Ovviamente di pari passo va il costo della raccolta diretta delle banche (proprie obbligazioni , cd, prestito titoli etc.), costo che non può che essere trasferito sulle aziende.

FATTORE N° 4 - TITOLI DI STATO

Per meglio comprendere la portata della quantità di titoli di stato in possesso delle banche e la gravità della situazione attuale è esemplicativa la tabella pubblicata dal wall street journal che riporto qui sotto.


 

FATTORE N° 5 - STATI UE

Il problema finanziario è in effetti poco risolvibile a causa del fatto che si continua a parlare di Grecia (attualmente anche Italia), ma il problema è l’Europa. Tutti i paesi più importanti, Germania compresa anche se in modo
inferiore ad altri, sono indebitati e sono in una situazione di crescita necessaria impossibile da ottenere allo stato attuale. Il 2012 sarà l’anno durante il quale si deciderà il destino dell’Europa e dell’Euro. L’Italia ha una quantità enorme di titoli di stato in scadenza (circa 450 miliardi) ed è previsto un aumento del 5% circa delle emissioni per far fronte al maggior costo per interessi. Questo potrebbe portare ad un aumento degli spred e ad una riduzione dei crediti a famiglie e aziende.

FATTORE N° 6 - RATING BASILEA 2

Un fattore che accentuerà la riduzione dei crediti concessi sarà costituita dallo spostamento verso l’approccio europeo del calcolo del rating aziendale. Fino ad oggi vi è stata una valutazione del rating bancario che comprendeva anche il così detto andamentale, capitale personale e capacità di far fronte ai debiti e ai pagamenti con le garanzie prestate.
Nel futuro prossimo (unicredit inizierà dal 1° novembre 2011) le banche daranno una valutazione sempre più basata sul bilancio aziendale. Quindi, in assenza di una rettifica tramite le garanzie prestate, il solo bilancio dei numeri in esso contenuti deciderà quale rating assegnare. Un sicuro peggioramento per le aziende. Riduzione del rating e conseguente riduzione degli affidamenti consentiti.

CONCLUSIONI

Quanto esposto porta a dover verificare tutte le condizioni in essere è soprattutto tutte le variazioni che le banche stanno velocemente apportando a causa dei loro conti economici deficitari.
Il grande rischio per un’azienda potrebbe essere quella di essere improvvisamente chiamati a rientrare dall’esposizione debitoria in essere a causa di una richiesta di riduzione fidi. Non perchè siano cambiate le condizioni dell’azienda stessa, ma perchè le banche potrebbero essere costrette a diminuire gli affidamenti per equilibri patrimoniali interni. Alcuni finanziamenti fatti nei mesi scorsi sono stati fatti a tassi oggi impensabili. Non è conveniente in questo momento il finanziamento a medio-lungo periodo a causa dei costi eccessivi che rimarrebbero fissi per anni. Sarrebbe più conveniente finanziarsi a breve termine (dai 18 ai 36 mesi) per ridurre i costi e garantirsi al contempo una sufficiente liquidità nel caso si dovesse far fronte ad una richiesta di rientro da parte di alcune banche.
Le aziende, a mio parere, dovrebbero verificare le banche con le quali operare e con le quali eventualmente aprire nuovi rapporti che consentirebbero di diversificare il proprio debito riducendo il rischio di carenza di liquidità.
Inoltre, dovranno essere monitorate con continuità l’evoluzioni dei costi e delle variazioni nelle condizioni. La previsione è che tali variazioni potrebbero ripetersi più volte nel 2012. Già in questo periodo sono in atto le prime
manovre di rettifica in aumento.

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