Finanza

giovedì 26 luglio 2012

L'Italia declassata a CCC: spazzatura

L'agenzia di rating, sconosciuta alle persone che non si occupano di finanza ed economia e seguono solo i media nostrani, Egan-Jones è, tra le agenzie di rating, ritenuta la migliore. Sicuramente la più indipendente e affidabile. L'agenzia, ieri a borsa chiusa, ha declassato il nostro paese al livello di CCC (per loro eravamo già al livello di singola B). Tale declassamento è dovuto al peggioramento della situazione finanziaria italiana. 
Le tre maggiori e più conosciute agenzie di rating essendo nell'occhio del ciclone tendono a comunicare un declassamento quando ormai ampiamente scontato nei fatti sul mercato. La loro valutazione diventa una semplice registrazione di ciò che è già superato. Manca, in questo momento, la capacità delle più grandi agenzie di rating di operare liberamente e in modo attento e puntuale. A causa delle eccessive polemiche mediatiche e politiche. L'agenzia Egan-Jones, invece, potendo agire con la massima libertà e potendo escludere dalle sue analisi le pressioni mediatiche e politiche,  ha attribuito da tempo alla Francia, a mio parere giustamente perchè è palesemente nei numeri, un rating BBB contro la doppia AA di cui ancora beneficia con le altre agenzie.
Ecco perchè è ritenuta la più libera e la pi affidabile. Non è influenzata da media e da politica perchè non fa notizia, ma sicuramente è la migliore e la più attendibile.

In sintesi, ecco le motivazioni-fatti di questo declassamento. Ecco cosa dicono:

L'Italia dovrà rifinanziare 183 miliardi di euro nel 2012 per le regioni e 214 miliardi di euro nel 2013. Inoltre, l'aumento dei tassi creerà difficolta' di accesso al mercato dei capitali. I rendimenti dei BTP a 10 anni sono vicini al 6.5%. I precedenti acquisti della Banca centrale europea non hanno fermato la salita dei tassi. Quindi, anche prossimi interventi da parte della Bce e del Fmi non faranno altro che immettere liquidita' ma potrebbero rendere subordinati i vecchi creditori. Con la recessione economica in atto l'Italia è impossibilitata a rifinanziare tutto il suo debito. Il rapporto debito/pil continuera' a crescere e il paese a rimanere sotto pressione.

Solo arrampicandosi ai famosi vetri è possibile contestare quest'analisi. Sicuramente se fosse stata fatta da Moody's, S&P e Fitch i media griderebbero allo scandalo, all'attacco ingiustificato il tutto corredato da analisi fuorvianti ed articoli farneticanti. A cui gli italiani vogliono credere.

Ufficio studi  Studio Sarmas
sarmasconsulenze



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